Cara, sei isterica?

Per secoli l’isteria ha spiegato la sofferenza femminile. Ancora oggi ne portiamo il peso, con molte condizioni della salute delle donne ancora sottodiagnosticate.

a cura di Rosie Audino, esperta in filosofia e comunicazione della scienza e della salute

È il 1875. Nella grande sala dell’anfiteatro della Salpêtrière - l’ospedale psichiatrico femminile di Parigi - il dottor Jean-Martin Charcot si prepara alla sua lezione del martedì.Alto, elegante, con la fronte ampia e la barba curata, domina la scena come un attore sul palcoscenico. Sul lettino, distesa, c’è una giovane ragazza: Louise Augustine Gleizes, quattordici anni appena. Tutti la chiamano semplicemente Augustine. In un solo giorno ha avuto centocinquantanove convulsioni. Attorno a lei la sala è in fermento: medici, studenti - tra cui un giovane Freud - giornalisti e fotografi. Tutti accorsi per assistere a uno spettacolo che affascina e scandalizza tutta Parigi: quello delle “donne isteriche”. Durante queste lezioni, le pazienti vengono fotografate. Le immagini finiranno nell’Iconographie photographique de la Salpêtrière, una pubblicazione scientifica illustrata, fortemente sessista. Le immagini servivano a dimostrare teorie mediche, ma in realtà riflettono anche fantasie e proiezioni maschili sul corpo femminile.

Isteria, Augustine, fotografata per l'"Iconographie photographique de la Salpêtrière"
Augustine, fotografata per l'"Iconographie photographique de la Salpêtrière"

In quegli scatti, Augustine appare in pose deliranti, è fuori di sé.  Solo più tardi si scoprì che erano tutt’altro che spontanee: le luci erano studiate, le reazioni provocate dall’ipnosi. Charcot non cercava di curare: usava queste donne per i suoi “spettacolari” esperimenti.  Ma chi era davvero Augustine? Nata nel 1861 in una famiglia povera di Parigi, aveva conosciuto presto la violenza e l’abuso. Dopo quei traumi, arrivarono le crisi, le paralisi, gli stati di trance. Quando fu internata alla Salpêtrière, lamentava un forte dolore all’ovaio destro. Per Charcot, però, non era che un’altra isterica.

Le origini culturali dei pregiudizi di genere

Sai da dove viene la parola isteria?
Dal greco hystéra, cioè utero.
Già Platone, nel IV secolo a.C., credeva che l’utero, se “insoddisfatto”, potesse muoversi nel corpo causando disturbi. Più tardi, Galeno - filosofo e anatomista, vissuto nel II secolo dopo cristo - riprese questa idea e prescrisse come cura… rapporti sessuali più frequenti. Se pensate di aver sentito tutto, beh vi sbagliate! Nel Medioevo, i sintomi dell’isteria furono interpretati come segni di possessione demoniaca e molte donne finirono sui roghi, fra le streghe. Nell’Ottocento, Charcot tentò di darle una base scientifica, l’isteria viene collegata al cervello e non alla morale di una persona. Tuttavia, finì comunque per ridurre la sofferenza manifestata dalle pazienti a un fenomeno emotivo, psicologico, e quindi, ancora una volta, a non prendere sul serio il dolore fisico. La stessa cosa fece Freud, allievo di Charcot, che pensava che i sintomi fossero attribuibili a conflitti emotivi e sessuali repressi.
Se prima la causa dell’isteria era da cercare nell’utero “insoddisfatto”, ora la colpa era da ricercare nella mente di chi soffriva. Peccato che fosse sempre la mente delle donne.Eh sì, perché l’isteria non si è mai diagnosticata a un uomo. Forse perché gli uomini non hanno conflitti emotivi o desideri sessuali repressi? Oppure - chissà - era solo una teoria un po’ patriarcale… Io la butto lì, eh, non me ne vogliano i fan di Freud.
Per fortuna l’isteria è scomparsa dai manuali medici, ma il suo lascito culturale è ancora vivo.

Non è tutto nella tua testa

Oggi certi pregiudizi sopravvivono in altre diagnosi mancate. Eh si, perchè sottovalutare il dolore, come avveniva alla Salpetriere, è la causa per la quale alcune patologie ad oggi sono difficili da diagnosticare. Un esempio emblematico è l’endometriosi, una malattia cronica che colpisce milioni di donne nel mondo. Sai quanto tempo serve in media per ottenere una diagnosi? Da sette a dieci anni.  L’endometriosi si manifesta quando un tessuto simile a quello che riveste l’interno dell’utero cresce dove non dovrebbe - su ovaie, intestino, vescica, persino nei polmoni - provocando dolori forti durante il ciclo, crampi pelvici anche nei giorni normali, rapporti sessuali dolorosi, gonfiore addominale, stanchezza cronica e, in alcuni casi, problemi di fertilità. Può comparire fin dall’adolescenza, già dopo i primi cicli mestruali. Se il dolore è così intenso da impedirti di studiare o lavorare, magari potrebbe non essere solo il ciclo. Ma perchè è così difficile individuare la patologia? I sintomi dell’endometriosi vengono spesso scambiati per coliche intestinali, sindrome premestruale o stress. Inoltre, la malattia non si vede facilmente con gli esami di routine: per riconoscerla serve uno specialista esperto. Per capirlo, il primo passo è parlarne con un ginecologo specializzato: si parte di solito da un’ecografia transvaginale o da una risonanza magnetica, ma la diagnosi definitiva arriva solo con la laparoscopia, che permette anche di rimuovere le lesioni. 

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